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La Repubblica dei Beni Culturali

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Raffaello intra tempora: Picasso, De Chirico e Dalì

Dialogo tra gli artisti del 900 e il maestro urbinate

Siamo tutti abituati all’idea dell’artista che crea meravigliosi capolavori ispirato dalla sua musa, una fanciulla bellissima dai lunghi capelli fluenti e aggraziata nei movimenti.
E se stavolta la musa ispiratrice fosse un uomo? E se quest’uomo fosse nientemeno che il maestro Raffaello Sanzio?

Il Mart

Dimora della mostra Raffaello intra tempora: Picasso, De Chirico e Dalì, il Museo dell’Arte moderna e contemporanea di Rovereto e Trento nasce nel 1987 in seno alla Provincia Autonoma di Trento. Attualmente si dirama in tre sedi espositive distinte:
– La sede principale di Rovereto, progettata da Mario Botta e Giulio Andreolli ed inaugurata nel 2002;
– La Casa d’Arte Futurista Depero sempre a Rovereto, intitolata all’artista futurista roveretano Fortunato Depero;
– La Galleria Civica di Trento, sede succursale dal 2013;

Tante realtà, un’unica cupola

L’ingresso conduce ad una piazza rotonda al centro della quale si trova una fontana, anch’essa rotonda: possiamo scegliere se varcare l’ingresso al Museo e all’Archivio del ‘900, oppure rilassarci gustando prelibatezze nel locale Alfio Ghezzi Bistrot dello Chef stellato, esplorare la Biblioteca Civica G. Tartarotti o ancora ascoltare una conferenza presso l’Auditorium Melotti.
L’intero complesso architettonico è coperto da una cupola in acciaio e vetro, la quale apre lo spazio della piazza sottostante verso il cielo.

Mart-Raffaello
Mart, Rovereto
Photo credit qui

Raffaello: la mostra

Ad accogliere lo spettatore ci sono tre autoritratti collocati in una saletta circolare; questa esposizione ricrea l’atmosfera privata ed essenziale di una nicchia, con al centro Raffaello, a sinistra De Chirico e a destra Salvador Dalì.

L’autoritratto di Raffaello, databile ai primi anni del 1500 è incastonato in una cornice dorata, la quale esalta ancora di più il giovane profilo dell’artista.

Autoritratto di Raffaello che accoglie l'osservatore all'inizio della mostra al Mart
Raffaello Sanzio, Autoritratto, 1506, olio su tavola, Firenze – Uffizi

Gli ambienti

Prima sala.
Incentrata su De Chirico e il confronto con un disegno grande a parete che riproduce la Scuola di Atene di Raffaello.

Seconda sala.
Un confronto tra Dalì e Raffaello sulla stessa figura femminile: ritratta di spalle e recante un vaso colmo d’acqua sulla testa, le vesti svolazzanti e l’acconciatura intrecciata sulla nuca.

Raffaello colloca la donna come figura di contorno nell’Incendio di Borgo, mentre porta acqua per domare le fiamme.

Dalì la rende protagonista della sua visione onirica, intenta ad osservare uno spazio desolato e distopico.
Una sorta di malinconia sospesa, surreale eppure al tempo stesso nitida e a tratti tangibile.

Salvador Dalì, Allucinazione raffaellesca, 1979
Dalì, Allucinazione raffaellesca, olio su pannello di compensato, 1979, Fondazione Gala – Salvador Dalì – Spagna

Saletta intermedia.
Lo sposalizio della Vergine di Raffaello (copia)

Terza sala.
Si prosegue con Picasso, i cui ritratti femminili lasciano emergere le prime influenze derivate dagli studi sul Cubismo, evidenti nelle mani. Le opere sono fronteggiate dai ritratti di De Chirico, malinconici e vividi.

In fondo alla sala le fotografie Gala, compagna e musa di Dalì; proprio lei ci indirizza all’opera che regna incontrastata: la Fornarina, amante e musa di Raffaello, qui ritratta da Raffaellino del Colle.

Quarta sala.
Parimenti alle pareti vari confronti e volumi d’arte dedicati a Raffaello ed ai maestri del ‘900 in mostra, più un confronto tra l’opera San Luca di Antiveduto Gramatica e De Chirico, che ne riprende la posa e la trasferisce al manichino raffigurato mentre dipinge.

Al centro della sala, quattro pareti formano un ambiente intimo, perfetto per ospitare il ciclo profano di Picasso dedicato alle avventure erotiche di Raffaello, la Fornarina e Papa Giulio II, che, spogliato della sacralità del suo ruolo e ridotto a uomo comune, viene colto in flagrante mentre si dedica a piaceri e vizi terreni.

Raffaello – ‘900: un dialogo possibile

La mostra è armonica e non annoia nell’insieme.
Le tinte delle pareti non sovrastano i soggetti dipinti, ma anzi accompagnano l’osservatore esaltando le palette delle opere, lasciando una naturale ed appagante sensazione di pace.

Non mancano le chicche, come i disegni presenti nell’ultima sala, con la soluzione dello specchio che permette la visione del retro, spesso ingiustamente sottovalutato.
Sono presenti anche degli esercizi di simmetria sia tra stili e soggetti, sia nell’allestimento vero e proprio: nelle acqueforti erotiche di Picasso le cornici sono collocate al millimetro così da suggerire una continuità lineare, malgrado la misura delle stesse non sia uguale.

Se vi trovate in Trentino, non perdetevi la mostra su Steve McCurry a Palazzo delle Albere!

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