Antonio Canova (1757-1822) fu un celebre scultore e pittore originario del paesino di Possagno; qui si conservano ancora i gessi delle sue opere più celebri, allestiti all’interno di quella che al tempo era la sua abitazione ma che oggi è conosciuto come il Museo Gypsotheca Antonio Canova.
Sempre a Possagno è presente anche la tomba del celebre scultore situata all’interno del Mausoleo Canoviano.
Chi è Antonio Canova?
L’esordio di Antonio Canova
Antonio Canova fu un grande scultore, tanto da essere stato soprannominato il “nuovo Fidia”. Formatosi inizialmente presso il nonno, Pasino Canova, a Possagno, presto si trasferì a Venezia presso la bottega del Torretti: fu durante il suo soggiorno a Venezia che Canova si avvicinò alla cultura classica, come si riscontra nelle sue prime opere, i Canestri di frutta.
Nel 1779, due anni dopo aver aperto bottega, si recò a Roma, passando per Bologna e Firenze; soggiornò nella città laziale per un anno, fino al 1780. Qui apprese lo stile delle opere romane e greche, grazie anche alla possibilità di visitare le collezioni dei musei Vaticani. In questo periodo conobbe Johann Joachim Winckelmann, da cui riprese la teoria sul Neoclassico. Si recò brevemente a Napoli, dove ebbe la possibilità di ammirare la collezione Farnese e visitare la cappella Sansevero, in cui è custodita l’opera Cristo velato di Giuseppe Sanmartino, capolavoro che affascinò Canova al punto da volerla acquistare. Infini, ritornò nuovamente a Roma e da qui rientrò a Venezia.
Canova lavorò spesso a Roma per grandi committenze papali (come il Monumento funerario a Clemente XIV) e private (come Amore e Psiche eseguite per John Campbell, residente a Napoli). La fama di Canova non rimase confinata nella capitale; essa si diffuse nel nord Europa, portandolo ad eseguire opere per la principessa Lubomirska e, soprattutto, per Napoleone Bonaparte.
I viaggi e la morte di Antonio Canova

Dal 1798 Canova passò da Roma a Possagno per poi dirigersi a Vienna, Parigi, Dresda e Monaco. Infine, fece ritorno a Possagno e in seguito a Roma, dove fu nominato accademico di San Luca.
Nel 1818 esortato dai compaesani, Antonio Canova tornò a Possagno ed intervenne nella costruzione della chiesa parrocchiale, costruita a sue spese. Canova rimase nella città per assistere alla deposizione della prima pietra, ma non vide mai l’opera conclusa: malato ed indebolito da un forte mal di stomaco, morì il 13 ottobre 1822 a Venezia.
L’artista ebbe due onoranze funebri: a Possagno il 25 ottobre 1822 e a Roma il 31 gennaio 1823.
Le spoglie di Canova sono oggi situate nel sepolcro del tempio a Possagno, mentre il cuore è in un vaso di porfido conservato nel Monumento funebre ad Antonio Canova nella Basilica dei Frari a Venezia.
Il Museo Gypsotheca Antonio Canova
Nella dimora del grande scultore settecentesco è possibile prendere visione dei gessi delle sue più famose opere, oggi ammirate in tutto il mondo. Tra i gessi più celebri si riscontrano Ettore e Lica, Le tre Grazie e Paolina Borghese Bonaparte come Venere vincitrice, ma anche Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore, La Maddalena penitente, La danzatrice con cembali e molte altre opere. Tra quelle esposte è possibile osservare anche delle terrecotte, impiegate da Canova per creare i modelli delle future opere scultoree.

La Gypsotheca si articola in:

- Gypsotheca (dal greco γύψος, cioè “gesso” e ϑήκη, “teca“, ossia “contenitore di gessi”): qui è possibile vedere i modelli in gesso delle opere più celebri di Canova. Parte dell’architettura e dell’allestimento è stato studiato da Carlo Scarpa (se siete curiosi vi lascio il link dell’articolo sulle opere di Carlo Scarpa nella provincia di Treviso).
- Giardino, Brolo (frutteto) e Parco, con la Biblioteca e l’Archivio storico: la Biblioteca è suddivisa in tre settori; il primo è legato al lascito del 2009 del prof. Massimiliano Pavan; il secondo a quello della prof.ssa Elena Bassi, mentre il terzo settore è definito biblioteca canoviana; è qui che sono raccolti migliaia di volumi inerenti alla vita e alle opere di Antonio Canova mentre nell’Archivio storico sono raccolti due fondi archivistici, uno di proprietà della Fondazione Canova (dove è possibile trovare i documenti del soggiorno romano dell’artista) e l’altro appartenente all’Opera del Tempio (cioè i documenti inerenti alla costruzione e consacrazione del Tempio Canoviano).
- Casa Natale: la casa visibile oggi e frutto di restauri Settecenteschi, anche se l’impianto architettonico è legato alle strutture abitative del secolo precedente. Al suo interno sono visibili alcuni marmi, i dipinti, le incisioni, i disegni, i vestiti e gli strumenti da lavoro di Canova, oltre alla sua maschera mortuaria (bisogna essere attenti osservatori per notarla).

Il Tempio Canoviano di Possagno

Progettata e commissionata da Canova a Pietro Bosio prima e Antonio Diedo poi, la Chiesa arciprete della Santissima Trinità di Possagno, conosciuta come Tempio Canoviano, è una chiesa in stile Neoclassico. Questa struttura richiama diversi stili architettonici, tra i quali:
- Maniera romana: questa la si riscontra nella pianta circolare e nel pronao, che richiamano il Pantheon di Roma.
- Stilema greco: visibile nel colonnato in stile dorico, che riprende quello del Partenone ateniese.
- Arte cristiana: identificabile nella disposizione di un abside con altare maggiore.
Canova non riuscì mai a vedere il Tempio concluso. Alla sua morte i lavori passarono al fratellastro, Giovanni Battista Sartori. Il progetto architettonico subì delle modifiche in modo da disporre La Pietà (modellata in gesso da Canova e fusa in bronzo da Bartolomeo Ferrari) e la tomba del celebre artista.
Sull’altare maggiore è possibile vedere la Trinità, tela dipinta da Antonio Canova per la vecchia parrocchiale.